La mia scuola: una cosa semplice e quotidiana che ogni giorno crea qualcosa di straordinario. La scuola che io preferisco alla DAD, è un luogo.

“È stato bello tornare in classe, vero?”; domanda più che quotidiana per quei ragazzi che, come me, sono da poco rientrati, dopo aver fatto quasi un mese di DAD. Devo ammettere che spesso viene voglia di rispondere con quel grande monosillabo, così banale ma così incisivo e tanto amato da noi adolescenti, il famoso: “NO”! Cioè, parliamoci chiaro: chi preferisce alzarsi mezz’ora prima la mattina? Oppure, chi potrebbe onestamente dire che non gli mancano le ore buche? Poi, però, mi torna alla mente l’incontro avuto durante il nostro periodo di didattica a distanza con il professor Grimoldi,  il quale, a un certo punto, ha fatto riferimento al Cantico delle creature scritto da San Francesco, quando egli, già affetto dalla malattia che lo porterà alla morte, viveva dentro ad una grotta umida, con i topi. Il professore ci ha detto che la scuola può essere un luogo in grado di “elevare la nostra vita”, un luogo dove “nasce un cantico”, dove possiamo diventare grandi facendo esperienza della positività e della bellezza della vita. Questo incontro mi ha insegnato che la scuola non è semplicemente un dovere che mi obbliga a svegliarmi presto la mattina o a non uscire il pomeriggio per finire quel compito di inglese o quell’espressione di aritmetica, non è solo un pezzo di carta con su un numero che a volte mi rende orgogliosa. Se andare a scuola fosse solo questo, allora preferirei davvero la didattica a distanza. Grazie al cielo, però, io faccio parte di quella scuola in cui ciò che conta di più è ciò che sei, ciò vuoi veramente, dove noi alunni non siamo della macchine da riempire di algoritmi, ma ragazzi che talvolta crollano e che sanno che lì ci sarà qualcuno che li aiuterà ad alzarsi, anche quando la fossa sembra troppo profonda. La scuola che io preferisco alla DAD, è un luogo. Luogo, infatti, deriva dal latino locus, che significa posizione. Una posizione è qualcosa di unico (non può essere uguale ad un’altra)  e sicuro (quando abbiamo un posizione sappiamo dove dobbiamo andare). Così è la San Carlo: per ognuno di noi è diversa, ma sappiamo sempre che è un posto certo, dove possiamo trovare amici e maestri, persone davvero affezionate a noi.

Quindi ora se mi dovessero chiedere se è stato bello tornare a scuola, risponderò certamente con quel monosillabo tanto raro quanto confortante: SÌ! Sì, è stato bello tornare dai miei amici. Sì è stato bello tornare perfino dai miei prof!

TERESA L. M. BERTACCO