L’uscita didattica dei ragazzi di terza presso il Rossini Art Site di Briosco – che rappresenta un unicum nella scena dell’arte contemporanea in Italia – ha offerto a tutti noi l’occasione di riflettere sul valore intrinseco a questa metodologia didattica, oltre a farci cogliere la sorprendente somiglianza tra il docente promotore di una visita e l’artista contemporaneo. 

Il professor Giovagnoni, infatti, introducendo i ragazzi durante un momento di incontro a sezioni riunite quanto avrebbero visto, ha citato una celebre affermazione con cui Burri definiva il proprio operato: “io non rappresento, io presento”. L’artista contemporaneo, non ha più la preoccupazione di rappresentare la realtà, ma piuttosto quella di rendere presente quanto la realtà contiene e i nostri occhi non sono sempre in grado di cogliere. Non è forse questo che fa un docente? Puntare il dito per indicare qualcosa di valore. Chiara, la nostra guida presso il Rossini Art Site, ha usato il termine pointing per descrivere quanto hanno fatto tanti di quegli artisti contemporanei di cui diremmo “ero capace anche io”. 

Il dito del docente come quello dell’artista indica la realtà che chiama affinché ciò che vale, ciò che è interessante prenda rilievo sotto gli occhi di chi guarda. In questo modo i ragazzi non sono più semplici spettatori, ma con l’atto di guardare là dove è stato puntato il dito, entrano in dialogo con una realtà nuova, che li interroga, li interpella, leggono e si fanno leggere dall’atto creativo dell’artista, dall’opera… e dalla persona. Il prof Giovagnoni, infatti, non si è limitato a presentare delle opere, ma agli studenti bisognosi di comprendere la via per diventare grandi ha messo a disposizione se stesso e la propria storia, puntando il dito su quello che nel suo cammino è stato prezioso per diventare uomo, capace di comunicare sé dentro al linguaggio che ha scoperto essergli proprio e così lasciare la propria impronta nel mondo.

prof.ssa Luciana Zelioli